
Un termometro smart per anticipare la prossima influenza
Sembra che siano tutti malati in questo periodo. Tutto l’emisfero settentrionale sta registrando tassi di influenza elevati, che peraltro non sembrano ancora aver raggiunto il picco. Con un test influenzale su quattro positivo negli Stati Uniti e circa uno su sette nel Regno Unito, molte persone sono costrette a letto. Negli Stati Uniti, si stima che al 3 dicembre almeno 6 milioni di persone abbiano visitato un medico e 120mila siano state ricoverate in ospedale.
Con una visione più dettagliata sui casi di quest’anno, le cose sarebbero potute andare meglio. Mostrare in tempo reale – sulla base di un codice postale – le zone in cui stanno aumentando i contagi, individuando quindi con precisione le fasi iniziali di un’epidemia, può aiutare le persone a evitare l’esposizione. I segnali precoci dei livelli di influenza consentono anche di prevedere meglio come evolverà l’intera stagione e quali saranno le conseguenze per il sistema sanitario o le aziende.
Questi dati possono essere particolarmente utile per i medici e gli infermieri locali che devono prepararsi a un maggiore afflusso di pazienti, o per i fornitori di medicinali che devono coordinare le scorte regionali di farmaci e dispositivi di protezione individuale. Con i bambini particolarmente colpiti dai virus respiratori in questa stagione, in alcune zone del mondo sta diventando sempre più difficile trovare antidolorifici da banco e rimedi per la febbre (in Canada, per esempio, la carenza a livello nazionale ha spinto i genitori a cercare rifornimenti oltre confine).
Monitoraggio smart
L’imprenditore Inder Singh ritiene di aver sviluppato uno strumento che può rivelarsi utile in scenari come questo. Da diversi anni, la sua azienda tecnologica con sede in California, Kinsa, ha dichiarato di essere in anticipo di due o tre settimane rispetto alle autorità di sanità pubblica statunitensi nella rilevazione di cluster di malattie a livello di contea. Kinsa ottiene questo risultato raccogliendo e analizzando le rilevazioni della temperatura da oltre un milione di termometri smart in tutti gli Stati Uniti, dati che i cittadini condividono volontariamente tramite i loro smartphone, insieme alle segnalazioni dei sintomi. Di solito, un termometro è l’unico dispositivo medico usato in una casa, spiega Singh, “quindi quando lo si usa, è come se fosse un segnale che indica che qualcuno è malato”.
Le autorità sono spesso lente a capire come si sta diffondendo una malattia: di solito ci vogliono giorni prima che la febbre, la tosse o il mal di gola inducano una persona a sottoporsi al test e a registrarne i risultati. Negli Stati Uniti, c’è poi un ulteriore ritardo prima che i rapporti vengano inviati ai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie. Con l’influenza, ci vuole una settimana. Ciò significa che le stime sulle dimensioni di un’epidemia sono in ritardo rispetto alla realtà.
Ma con un termometro intelligente, tutto questo avviene sostanzialmente in tempo reale. I dispositivi funzionano tramite un’app collegata al bluetooth e forniscono all’azienda dati geograficamente precisi sull’insorgenza, la durata e la gravità dei sintomi influenzali, che vengono condivisi in forma anonima con alcune autorità sanitarie e aziende, tra cui farmacie e produttori di farmaci contro il raffreddore e l’influenza. Se quando un bambino ha la febbre anche i suoi genitori ricorrono a un termometro smart, determinare la velocità di diffusione del virus all’interno della famiglia diventa relativamente semplice.
Giocare d’anticipo
Singh sostiene che le rilevazioni di un termometro intelligente siano particolarmente utili per chi ha solo sintomi lievi e può quindi evitare una visita dal medico, oltre come per le persone che non possono accedere o permettersi l’assistenza medica nei paesi in cui la sanità non è pubblica. I termometri dell’azienda possono intercettare persone che sfuggono agli enti sanitari e fornire un quadro più accurato di come si sta sviluppando un’ondata influenzale.
I ricercatori universitari che collaborano con i dipendenti di Kinsa hanno confrontato i dati dell’azienda con quelli dei dipartimenti sanitari per verificarne la corrispondenza e per determinare in che misura le rilevazioni della temperatura e le segnalazioni dei sintomi da parte degli utenti possono aiutare a modellare e prevedere i focolai. Negli Stati Uniti, a livello nazionale e statale, i ricercatori hanno riscontrato una stretta correlazione tra le misure di monitoraggio ufficiali e i dati di Kinsa, che però avevano individuato i casi di influenza fino a tre settimane prima che venissero segnalati dalle autorità sanitarie, probabilmente a causa del tempo trascorso tra l’inizio dei sintomi e le segnalazioni ufficiali.
Naturalmente, i termometri intelligenti non sono l’unica forma di monitoraggio digitale. Anche l’analisi dei dati di ricerca su Google può fornire un vantaggio nella previsione di un’epidemia: le persone spesso cercano i loro sintomi sul motore di ricerca della società prima di andare dal medico. “Il punto di forza di Kinsa è che l’azienda si basa su rilevazioni oggettive della temperatura, invece che sull’auto-valutazione dei sintomi“, sottolinea Sarah Ackley, borsista in epidemiologia e biostatistica presso l’Università della California di San Francisco, che ha esaminato l’accuratezza delle previsioni regionali di Kinsa.
Negli Stati Uniti i termometri Kinsa sono venduti nelle principali farmacie e distribuiti gratuitamente alle famiglie e al personale delle scuole pubbliche statunitensi che ne fanno richiesta. Finora, il Dipartimento della salute e dell’igiene mentale di New York è l’unica agenzia governativa che ha collaborato con l’azienda a livello cittadino, distribuendo gratuitamente più di 100mila termometri a 500 scuole pubbliche dal settembre 2021.
In questo periodo, la città di New York sta registrando livelli molto alti di influenza. Nella settimana terminata il 3 dicembre, il 13 per cento delle visite dei pazienti alle strutture sanitarie era dovuto a malattie respiratorie con sintomi come febbre, tosse o mal di gola. Questo dato è superiore alla soglia nazionale del 2,5 per cento per la stagione invernale. Secondo le previsioni di Kinsa, l’attuale ondata di casi raggiungerà il picco leggermente più tardi a New York rispetto alla resto del paese, il che significa che il rischio di infezione rimarrà elevato anche nel nuovo anno. “Crediamo che sarà la stagione più grave, e lo prevediamo da un po’ di tempo“, afferma Singh. Tuttavia, non è chiaro in che misura il dipartimento sanitario di New York stia utilizzando i dati in tempo reale di Kinsa in questa stagione influenzale: “Quello con Kinsa è un progetto pilota e stiamo ancora esplorando il modo migliore per utilizzare i dati”, ha dichiarato via email un portavoce del dipartimento a Wired UK.
Uno strumento di complemento
Le agenzie sanitarie tendono a essere relativamente conservatrici quando si tratta di nuovi sistemi di dati, afferma Jay Varma, professore di scienze della salute della popolazione alla Cornell University, che ha partecipato al progetto pilota di New York: “Quando nascono nuovi sistemi, serve tempo per capire come utilizzarli al meglio per il processo decisionale”, aggiunge. Inoltre, i nuovi sistemi richiedono personale e risorse aggiuntive, e c’è sempre il problema di come mantenere tali risorse in futuro.
I produttori di farmaci, le farmacie e gli assicuratori sono in genere più disposti a sperimentare nuovi strumenti per rimanere all’avanguardia, ed è qui che i dati del termometro smart di Kinsa stanno facendo breccia. Diverse aziende utilizzano le previsioni stagionali di Kinsa per coordinare le loro scorte o per indirizzare la pubblicità nelle aree in cui più persone cercheranno farmaci o salviette disinfettanti.
Tuttavia, i dati di Kinsa hanno dei limiti. È particolarmente difficile tradurre le informazioni basate sui sintomi in previsioni sui ricoveri ospedalieri o sulla contagiosità di una malattia quando sono coinvolte più malattie respiratorie, soprattutto nei casi in cui sono disponibili vaccini solo per alcune di queste patologie, spiega Ackley. Inoltre, senza un test confermato in laboratorio, spesso non è chiaro se una persona abbia l’influenza, il Covid-19 o un altro virus respiratorio: “I sintomi si sovrappongono notevolmente, con l’eccezione della perdita del gusto e dell’olfatto che vediamo con il Covid-19”, dice Ackley, che aggiunge che i termometri intelligenti possono offrire dati utili in tempo reale, “ma tenderei a considerarli come un complemento e non come un sostituto del monitoraggio della salute pubblica”.